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Un altro mondo - Incontro con Silvio Muccino

Pubblicato il 20 dicembre 2010 da Edoardo Zaccagnini


Un altro mondo - Incontro con Silvio Muccino

Esce il 22 dicembre, Un altro mondo di Silvio Muccino, in 300 copie distribuito da Universal Pictures. E va a fare compagnia agli altri film di Natale, non solo italiani. Già perchè anche questo lo è, seppure in maniera diversa, lo spiega lo stesso regista:

Silvio Muccino: Abbiamo realizzato il film senza immaginare un’uscita natalizia, sapendo bene che era un’opera coraggiosa e rischiosa. Quando ho saputo che saremmo usciti in questo periodo ho chiamato i produttori e non nego che fossi un pò sgomento. Loro, però, mi hanno spiegato che questo era un film natalizio, certo non del filone dei cinepanettoni, ma di quel cinema, per intenderci, alla Frank Capra. Ed io, dopo aver riflettuto un attimo, condivido in pieno questa opinione.

Regista, interprete e sceneggiatore, Silvio Muccino ha definito questo suo secondo film (tratto dal romanzo di Carla Evangelista, con la quale aveva scritto il libro da cui poi trasse il suo esordio) "un About a boy ai tempi a Obama", anche se un macchinista, durante le riprese, gli ha detto che per la trama, Un altro mondo gli ricordava Piedone l’africano, quel vecchio film con Bud Spencer. L’aneddoto lo ricorda lo stesso Muccino, che sebbene paragonato, frettolosamente da qualcuno, a Godard, per via di certo esistenzialismo, dice che un sicuro punto di riferimento, per questo film, è stato Gente comune di Robert Redford:

Silvio Muccino: un film, quello, che per me è stato un lume, visto che non si vergogna di raccontare le emozioni. Più in generale ho dei riferimenti abbastanza pop, e più che esistenzialista credo di essere uno che ama raccontare processi di crescita. Anche in Parlami d’amore trattavo questo tema, cioè la storia di una formazione.

Un altro mondo racconta che Andrea (Silvio Muccino) è un ragazzo ricco e annoiato che vive una storia d’amore senza progetti con Livia (Isabella Ragonese). Che è stato educato senza il necessario affetto materno e che non vede suo padre da circa vent’anni. Un giorno riceve una lettara con cui il genitore lo invita a raggiungerlo presto in Kenia, dove abita e lavora, perchè non gli resta molto tempo da vivere. Andrea parte, e quando arriva laggiù si accorge che suo padre sta malissimo, tanto che non riesce nemmeno a parlarci. Ma soprattutto viene a sapere che questi ha avuto un altro figlio, ancora bambino, con una ragazza africana. Sarà una collega italiana del padre, (Maya Sansa), a spiegare ad Andrea che la legge lo fa tutore legale del piccolo, e sarà l’occasione, sia per Andrea che per la sua ragazza Livia, di crescere e di apprezzare la vita in maniera più profonda.

Il bambino è interpretato, molto bene, dal piccolo Michael Rainey Jr. ed alcune domande riguardano proprio il modo in cui il regista ha lavorato col dolce e bravo ragazzino:

Silvio Muccino: Michael è un vero talento, ha una grande facilità di espressione, anche senza l’uso della parola. L’abbiamo notato in un videoclip di Tiziano Ferro dove non parlava, ma col suo sguardo illuminava tutta New York.

Ma Muccino è anche attore in Un altro mondo, ed interpreta un personaggio che lui stesso descrive in questo modo:

Per me si è trattato di un ruolo atipico, e per molto tempo mi sono chiesto se ne ero all’altezza. Anche se può sembrare strano, è stato proprio Michael a semplificarmi il lavoro, perchè al centro della scena c’era lui ed io dovevo essere una specie di spalla. Inoltre, lavorando con un bambino, sei costretto ad improvvisare, e così abbiamo lasciato che la vita accadesse, cosa per il mio film precedente non avevo fatto. Lavorare in questo modo mi ha insegnato molto.

Muccino più regista o più attore?

Silvio Muccino: Se mi sento più regista o più attore? Io non mi sento nè un regista nè un attore, ma uno che si innamora delle storie che racconta. Mi piacerebbe, inoltre, ringraziare tutti i collaboratori del film, tutte eccellenze, tutti maestri. Dalla montatrice Cecilia Zanuso, al direttore della fotografia Marcello Montarsi, all’autore delle musiche Stefano Arnaldi.

Un altro mondo sviluppa anche personaggi femminili. Carla Evangelista, presente in conferenza stampa, ha ricordato come non sia scontato che nel cinema italiano si trovino personaggi femminili di grande valore, e che, insieme al regista hanno cercato di compiere dei ritratti di donna a tutto tondo. Isabella Ragonese e Maya Sansa hanno parlato dei loro personaggio:

Isabella Ragonese: Nel film interpreto Livia, che compie un grande percorso di formazione. Questo aspetto è fondamentale in un personaggio, grande o piccolo che sia. L’ho presa da subito come una grande occasione, anche perchè in questo caso il mio ruolo era diverso da tutti quelli che ho fatto fino ad ora.

Maya Sansa: Penso che Silvio mi abbia fatto un grande regalo offrendomi questo ruolo. Sara, il mio personaggio, non ha un percorso come quello di Livia, ma è molto completo perchè ha già fatto delle scelte, come per esempio quella di andare a vivere in Africa. E’ proprio attraverso Sara che Andrea inizia il suo percorso di cambiamento.

Un altro mondo arriva nelle sale quasi tre anni dopo l’esordio di Silvio Muccino. Lui stesso fornisce alcune spiegazioni a riguardo:

Silvio Muccino: tre anni sono tanti, ma io metto molto amore nelle cose che faccio, e mi ritengo molto fortunato per questo. Mi piace seguire i progetti dall’inizio alla fine, anche in questo senso vivo il film come un percorso. Non mi interssano gli exploit del botteghino, quanto i progetti in cui credo, magari anche ambiziosi.

Una domanda sul tema dell’integrazione razziale, presente nel film:

Silvio Muccino: Premesso che in Italia il processo di integrazione razziale non è ancora avvenuto, e che non siamo l’America di Obama, anche se non è detto che un giorno non lo possiamo diventare, credo che questo sia un film sull’accettazione, più che sull’integrazione razziale. Il tema è quello di accettare cose che non ci piacciono, perchè solo così possiamo crescere, e diventare migliori.

Nel film c’è una canzone di Bruce Springsteen, Secret Garden, perchè?

Silvio Muccino: Non sono molti i film italiani in cui c’è una canzone di Bruce Springsteen, e poi il Boss dove lo metti lo metti, ci sta sempre bene. La canzone Secret Garden è perfetta per questo film, tanto è vero che già prima di girarlo avevo in mente un trailer con questo pezzo musicale. Perchè il giardino segreto del titolo è quello che vedono i protagonisti, andando oltre i loro limiti e le loro paure. Per ottenere quella canzone abbiamo scritto una lunga mail al cantante, che iniziava con un Dear Bruce, ed era una sorta di supplica. Dopo un pò di tempo ci ha risposto con un semplice Ok!


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