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Venezia 71 - Loin des Hommes

Pubblicato il 31 agosto 2014 da Giovanna Branca

VOTO:

Venezia 71 - Loin des Hommes

Algeria, 1954. Nel volgere di meno di dieci anni la colonia francese conquisterà l’indipendenza, e in un altopiano in mezzo al deserto Daru (Viggo Mortensen), ex soldato nato in Algeria da madre francese e padre spagnolo è l’insegnante dei bambini della zona. La serenità della sua vita è interrotta dall’arrivo di Mohamed, un prigioniero che gli viene affidato per essere condotto al suo processo in quanto ha ucciso il cugino.
Tratto da un racconto di Albert Camus, L’ospite, Loin Des Hommes di David Oelhoffen è ambientato in uno dei momenti più cruciali della storia moderna ma racconta più una storia senza tempo , quella dell’incontro fra due uomini completamente diversi, della nascita di un’amicizia ed anche di un rapporto filiale tra loro e soprattutto, con le parole del regista, “del un riconoscimento l’uno dell’altro”.
L’ambientazione nel deserto, ma soprattutto le dinamiche della vicenda – il viaggio per raggiungere un piccolo paese in mezzo al nulla, l’esplodere della violenza tutto intorno ai personaggi – conferiscono alla storia una dimensione da western classico, d’altri tempi. Eppure siamo in Africa, e metà dei personaggi sono europei. A detta di Oelhoffen, era la stessa opera di Camus a contenere un immaginario vicino al western: “era la storia a richiederlo, sono gli elementi del racconto che portano verso il western”. Daru, per quanto non sia detto esplicitamente, è un pacifista, ha conosciuto gli orrori della guerra, è del tutto ostile all’idea di uccidere e non vuole consegnare il suo “ospite” nelle mani di chi lo condannerà certamente a morte. Mohamed, d’altro canto, viene da un sistema di leggi in cui il sangue si ripaga col sangue, e perché la sua famiglia non venga coinvolta nel circolo vizioso della vendetta preferisce essere ucciso dai francesi. Ed infatti, più ancora che nel paesaggio sterminato che avvolge i due, o nel problema del colonialismo, l’immaginario western è racchiuso in questa opposizione: “è il problema della legge”, o meglio “il confronto tra due leggi”, aggiunge Oelhoffen. “Nel western classico c’è sempre il confronto tra due sistemi di valori”, anche se qui a confrontarsi sono la cultura europea e quella tribale.
Daru è un personaggio che cerca di essere giusto, di fare ciò che è meglio, ma la Storia lo investe e “lo rincorre” con la sua complessità e la sua violenza e fare la cosa giusta diventa sempre più difficile. Senza prendere una scontata posizione sulla guerra che ha messo francesi ed algerini gli uni contro gli altri, il film ci racconta più che altro l’incontro dei due differenti sistemi di leggi e regole in una comune celebrazione dell’importanza della vita; “monumento morale” che viene dal lavoro di Camus ma che Loin des Hommes fa completamente suo grazie ad un’essenzialità ed al contempo una potente partecipazione emotiva alle sorti dei personaggi. Insieme alle interpretazioni magnifiche (e Viggo Mortensen parla anche un francese perfetto oltre ad avere svariate battute in arabo) questo fa di Loin des Hommes uno dei film migliori del concorso veneziano, ed uno dei più meritevoli di portare a casa qualcosa.


CAST & CREDITS

(Loin des Hommes) Regia: David Oelhoffen; sceneggiatura: David Oelhoffen; fotografia: Guillame Deffontaines; montaggio: Juliette Welfling; interpreti: Viggo Mortensen (Daru), Reda Kateb (Mohamed); produzione: Kalèo Films, One World Films, Perceval Pictures; origine: Francia; durata: 110’.


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