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Venezia 72 - Sobitye - Fuori Concorso

Pubblicato il 6 settembre 2015 da Antonio Pezzuto

VOTO:

Venezia 72 - Sobitye - Fuori Concorso

Cinquant’anni, ucraino, cineasta, Sergei Loznitsa porta a Venezia Sobitye The Event, cioè il racconto, visto da Leningrado, del colpo di coda dei comunisti sovietici: il Putsch, ossia il tentativo di colpo di Stato in Unione Sovietica organizzato nel 1991 da alcuni membri del governo dell’Urss per deporre Michail Gorbaciov. Un evento cruciale, il cui fallimento ebbe come conseguenza la dissoluzione dell’Unione Sovietica così come era stata fino a quel momento. Esplosero i nazionalismi, crollò il ruolo del partito comunista, si impose la figura di Eltsin, cambiò la bandiera. E poi da quel momento l’Urss cambiò nome, Eltsin divenne presidente, scoppiarono le guerre tra le nazioni, esplosero le bombe e i terrorismi, crollarono i Partiti comunisti dell’Europa Occidentale. E poi arriverà Putin, l’Ucraina che voleva andare in Europa cercherà di abbandonare la Russia, la Crimea che si separa dall’Ucraina, quella Crimea dove Gorbaciov era in vacanza, nei giorni del Colpo di Stato, e da dove non lo lasciavo partire e tornare a Mosca.
Il putsch non fu un momento di frattura. Era la conseguenza di scelte sbagliate. Venne occupata la televisione, l’esercito marciò, alcuni dell’esercito si opposero ai loro stessi generali e si schierarono a difesa delle riforme e del Parlamento, ci furono pochissimi scontri. Non fu frattura, quindi ma fu un momento cruciale, ripreso da chi in quei giorni stava per strada. Come poi accadrà in Egitto, in Italia, dovunque c’è una rivoluzione. Come in in Ucraina, dove Loznitsa aveva girato Maiden presentato a Cannes 2014.
Il racconto è freddo, rigoroso, realizzato con materiali d’archivio. Non c’è sguardo giudicante, non c’è morale. Il lago dei cigni, che inframmezza i diversi episodi, era la musica che i putchisti trasmettevano alla radio.
Sono immagini degli anni Novanta, sembrano immagini degli anni Venti. Il digitale non esisteva ancora, il film è interamente in bianco e nero, le facce delle persone per strada, dei manifestanti, delle persone sul palco come di Boris Eltsin, sembrano rimandare ad un periodo lontanissimo, quando Loznitsa non aveva ancora compiuto trent’anni, quando si sperava che le cose sarebbero cambiate. E le cose sono cambiate, perchè tutto cambia. Il divertimento sta nel guardare e nel farsene sorprendere. Guardare il passato, guardare il presente non nel cercare nel passato le conferme ai nostri pensieri più semplici.


CAST & CREDITS

(Sobitye); Regia e sceneggiatura: Sergei Loznitsa; produzione: Atoms & Void; origine: Paesi Bassi, Belgio, 2015; durata: 73’


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