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DVD - Tre colori: Film rosso

Pubblicato il 13 aprile 2007 da Alessandro Izzi


DVD - Tre colori: Film rosso

Tra tutti i meravigliosi viaggi proposti nella neonata Collana Latitudine della BIM, quello che attraversa l’intera trilogia di Kieslowski è sicuramente il più toccante e commovente. La riproposta di questi titoli sul mercato va salutata, quindi, con la giusta gratitudine che si deve a chi compie opera meritoria di divulgazione e conservazione di un vero quello che non esistiamo a definire un vero e proprio patrimonio artistico.
Dei tre titoli che compongono la trilogia kieslowskiana, tutti ottimamente riversati e corredati di extra importanti, quello che ha goduto, giustamente, del trattamento migliore è proprio il terzo: Tre Colori - Film Rosso. E non c’è da stupirsene!
Se Blu, infatti, era il film di una fuga disperata che si risolveva in una stasi interiore dolorosa ed impossibile e se Bianco aveva il movimento narrativo di una parabola che, toccato il suo punto più basso, si riavvia verso una china ascendente e verso il futuro, Rosso è, invece, il film della contemporaneità, del movimento di rette che si incrociano brevemente o che scorrono parallelamente per l’eternità.
La vera e propria ossessione del film è la coesistenza, nel tempo e nello spazio, di eventi e persone e la fratellanza (tema di fondo della pellicola) è attuabile solo nel momento in cui si riesce a diventare davvero consapevoli di questa coesistenza e della reciprocità che ne deriva.
Per questo motivo la narrazione si affolla di accadimenti diversi e assolutamente estranei l’uno all’altro che si svolgono nello stesso istante, in spazi, magari, contigui e, al tempo stesso, si riempie anche di accadimenti identici che si sono svolti, invece, in tempi differenti.
Eventi e personaggi ’accadono’ e vivono le loro vite senza rendersi conto della ’inter essenza’ con il resto del mondo circostante ed è il regista, con i propri movimenti di macchina a scoprire continuamente le ’coincidenze’ di cui gli stessi personaggi sono del tutto inconsapevoli. Probabilmente in nessun film di Kieslowski la macchina da presa è così magnificata come in Rosso e, proprio per questo motivo, in nessun altro suo film è così insistito l’uso di carrelli, di movimenti di gru e dolly, di panoramiche ossessionate dall’idea di scoprire tutti i personaggi e le loro esistenze separate nello spazio di un’unica esaustiva inquadratura.
Se Blu era tutto incentrato sull’uso di dettagli e di primi piani, e se Bianco traeva molta della sue energia dai paesaggi e dai totali, Rosso ricava tutta la sua poesia dal movimento inesausto, dall’accumularsi nello spazio di un’inquadratura di indizi e di segni, di personaggi e di destini.
A trionfare, in questo disegno aereo come un arazzo di sconfinata bellezza, è, come sempre in Kieslowski, il Caso, unico ordinatore disorganizzato delle esistenze di noi tutti. Il regista, e qui sta una parziale ammissione di impotenza, non può far altro che accumulare le tessere di un disegno che non esiste e cercare di assegnare loro un senso che esse non possono mai avere per davvero. Da questo accumulo disperato di indizi (che complicano enormemente la lettura del film fruibile a più livelli) emerge prepotente tutto il pessimismo esistenziale dell’autore, che sembra non voler accordare alcuna valenza salvifica ai valori che pure va criticamente cantando. Eppure, malgrado la terribile amarezza del disegno d’insieme, emerge, tra i dettagli della messa in scena, tra i gesti incomprensibili e poetici dei personaggi, un fondo di speranza che sembra volersi rifiutare di far chiudere le nostre esistenze sotto la lapide di una negazione totale.
E nella metafisica tragedia della nostra disperata ed inappellabile solitudine, si apre un sia pur debolissimo barlume di sole che neanche la tempesta finale di Film rosso, con la tragedia che ne consegue, riesce a cancellare del tutto.
Il regista aveva affermato di essere riuscito a fare con questa pellicola il 50, forse, il 60% di tutto il cinema che aveva in mente di fare e che, difficilmente avrebbe potuto pensare di riuscire a realizzare un’opera che potesse stare alla pari con questo. Affermazione del tutto condivisibile perché ben difficilmente ad un autore può essere concesso per due volte di avvicinarsi così tanto alla perfezione.

La qualità audio-video

Il rosso del titolo appare, forse, un po’ più slavato e monotono di quanto sarebbe stato lecito aspettarsi. La tavolozza cromatica del film è stata, per questo, rispettata, ma non con la cura religiosa che un titolo di tale fatta avrebbe meritato. In ogni caso gli artifici della compressione sono quasi sempre del tutto invisibili (salvo in alcuni sfondi) e la visione è sempre godibile. Per quel che riguarda il pacchetto audio presentato in questa versione DVD, si può affermare che esso è solo apparentemente più ricco di quello presentato per Film blu e Film bianco. Due sono le opzioni audio per l’italiano: una superflua traccia rimasterizzata digitalmente in 5.1 e un discreto 2.0 che resta consigliabile per gli amanti del doppiaggio. Tutti gli altri si precipitino invece sulla brillante 5.1 originale (francese) forse eccessiva con la sua multicanalità, comunque efficace nel rendere le volute spiraleggianti della splendida musica di Preisner (qui, forse, alla sua prova più riuscita).

Extra

Film rosso è, tra tutti i titoli della trilogia, quello che offre il maggior numero di contenuti speciali. Tre sono le interviste/commento: la prima a Irene Jacob, la seconda a Jaques Witta (montatore del film che, chicca delle chicche, ripropone anche del materiale scartato al montaggio avverando il sogno di ogni kiesloskiano: vedere le deleted scenes del film) e la terza a Martin Karmitz (produttore). Due, poi, sono i veri e propri speciali: il primo un interessante making of, il secondo un brillante speciale dal Festival di Cannes con interviste al regista e agli attori principali. Non manca la consueta lezione di regia di Kieslowski (tra le tre, forse, la meno incisiva ed interessante) che resta l’appuntamento di sicuro rilievo dell’intera serie e il fiore all’occhiello della lodevole iniziativa. Per quel che riguarda la presentazione di Valerio De Paolis alla trilogia e lo spot per i festeggiamenti dei vanti anni della BIM rimandiamo a quanto già scritto per i precedenti capitoli della trilogia. Il solo grave peccato di questi speciali resta sempre la brevità, ma è un dettaglio perdonabile stante la qualità assoluta dell’offerta editoriale.

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(Trois coleurs: Rouge); Regia: Krzysztof Kieslowski; interpreti: Irene Jacob, Jean-Louis Trintignant, Jean-Pierre Lorit; distribuzione DVD: BIM
formato video: 1.85:1 16/9 anamorfico; audio: Dolby digital 5.1 (Italiano e Francese) e dolby digital 2.0 (Italiano); sottotitoli: Italiano.

Extra: 1) Intervista/commento a Irene Jacob (attrice) 2) Intervista/commento a Jacques Witta (montatore) 3) Intervista/commento a Martin Karmitz (produttore) 4) Presentazione della trilogia di Valerio De Paolis 5) Making of 6) Festival di Cannes - conferenza stampa e speciale 7) Lezione di regia di Kieslowski


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